Giunti a destinazione e opportunamente parcheggiato iniziamo il sentiero naturalistico nei pressi del rifugio Tita Piaz, l'aria è piuttosto frizzante.
Imbocchiamo il sentiero CAI 215 e attraverso una carrareccia che dopo una prima parte pianeggiante, in seguito è costituita da repentini cambi di pendenza.
In breve giungiamo alla Casera Tintina e uno spettacolo si apre ai nostri occhi: uno scorcio del lago di Sauris,dalle varie sfumature ed una valletta coperta da una stessa coltre di brina, che dona l'aspetto di una prima e fresca nevicata.
La casera è aperta e ben attrezzata con caminetto, tavoli, panche e nel soppalco la possibilità di pernottare.
Il terreno attorno sembra di bianco cristallo e non si può che fermarsi a fare alcune foto al panorama ed ai particolari dei cristalli sulle piante.
Proseguiamo sulla destra fino ad una piccola sorgente d'acqua ed imbocchiamo il sentiero CAI 233 in direzione del Malpasso di Tinisa.
Il sentiero già dall'inizio ci lascia intravedere a cosa andremo incontro: ripide salite costanti e piuttosto faticose.
Continuiamo la salita tra una chiacchiera ed un incoraggiamento reciproco e saliamo percorrendo le strette serpentine caratterizzate da terreno sassoso e detritico tra larici e pino mugo.
Un cioccolatino al caffè ci vuole per dare la giusta energia, approfittando di scattare qualche foto e riprendere fiato, sembra non finire mai, ma una parete rocciosa ci veglia quasi a dirci: " devi arrivare fino da me"!!!
Arriviamo di fronte alla parete e dopo aver superato alcuni passaggi con dei massi che mettono a prova i nostri muscoli, preghiamo verso sinistra ed ora ci attende una cengia esposta per fortuna breve ed attrezzata con un cavo metallico nuovo e siamo al Malpasso. (1960 metri)
La visuale lascia a bocca aperta, dal tagliamento alle Prealpi della Carnia ed il lago di Sauris.
Dopo una breve sosta e alcune foto decidiamo di imboccare la discesa in direzione della Punta dell’Uccel, non è priva di difficoltà a causa del terreno friabile, ma dopo un tratto di tensioni muscolari, iniziamo una camminata trasversale verso la punta dell’Uccel (1987 metri).
Per raggiungerla però non manca un altro tratto di stretto percorso in salita tra l'erba, ma poi finalmente siamo arrivati a destinazione.
Doverosa sosta per l'immancabile panino e frutta sulla cresta, oltre alla bandiera italiana troviamo la Rosa dei Venti che descrive le vette che ci stanno attorno.
Il sole si fa sentire con il suo calore a volte estivo ed infiamma le nostre guance e non verrebbe voglia di ripartire, ma poi a malincuore decidiamo di proseguire discendente lungo la cresta che all'inizio è pianeggiante e poi diviene ripida e richiama fortemente l'attenzione.
Arriviamo ad una insenatura rocciosa dalla quale dobbiamo scendere, ma nell'impresa viene in soccorso un cordino metallico che da sicurezza, si continua a scendere su terreno ghiaioso e friabile fino alla forca Montôf a 1820 metri.
Ora si può scegliere due alternative per raggiungere la casera Tintina: o sentiero 215 oppure continuare per il sentiero 233 Tiziana Weiss.
Scegliamo di proseguire per il 233,ma dopo un breve tratto segnalato e visibile ci ritroviamo in mezzo ad erba alta ed a grossi alberi caduti e ci fa perdere i segnali Cai.
Seguiamo una traccia e dopo vari passaggi ritroviamo la segnaletica ed in breve ci ritroviamo sulla carrareccia che ci riporta a Casera Tintina ed al suo manto bianco che ora luccica ancor di più poiché accarezzato dal sole.
Ora possiamo camminare in scioltezza fino all'auto.....soddisfatti!!!!
Dislivello metri 600
Km 11
Si consiglia preparazione fisica
Commenti
PS. i tratti attrezzati di questo itinerario sono brevissimi e non esposti, mentre alcuni passaggi di traverso del crinale della Punta dell'Uccel lo sono e non c'è corda di sicurezza.
PS2 Volendo, con breve variante è possibile salire la Cima Ovest del Monte Tinisa. Qui è consigliato l'uso di attrezzatura per due tratti piuttosto verticali e in piena esposizione. Curioso che un paio di punti piuttosto critici non siano stati (ancora) "messi in sicurezza": una bella placchetta con fessura ammanigliata di 4-5m e l'uscita alla vetta con i fittoni nuovi ma senza la corda, la giusta sferzata di adrenalina per un a bella vetta.
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